Si stima che, entro il 2050, l’antimicrobico-resistenza (AMR) causerà 10 milioni di morti annui nel mondo, con costi fino a 100 trilioni di dollari. La resistenza agli antibiotici (ABR) costituisce la minaccia di salute più importante e, nel 2019, ha causato globalmente 1,27 milioni di morti. Un decesso su 5 è avvenuto sotto i cinque anni d’età e 6 patogeni batterici hanno determinato oltre il 70% dei decessi.

Il nostro obiettivo era di confrontare le stime di mortalità e disabilità (DALYs) associate ad ABR nel 2019 in Italia ed Europa occidentale (EO), classificando le sindromi infettive e i patogeni batterici coinvolti, al fine di identificare i bisogni di salute pubblica più urgenti in Italia.

Le stime del carico dell’ABR nel 2019 in EO e in Italia, estratte dal tool Measuring Infectious Causes and Resistance Outcomes for Burden Estimation (MICROBE) dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME; Seattle, USA), hanno riguardato decessi e DALYs associati a 33 patogeni e 12 sindromi infettive, nonché decessi e DALYs associati e attribuibili ad ABR. Tra le 12 sindromi infettive del Global Burden of Disease Study 2019, sono state selezionate quelle con un maggiore impatto in termini di tassi di mortalità e DALYs per 100,000 abitanti e, per ciascuna di esse, è stato riportato il relativo burden associato ad ABR. In seguito, il confronto ha riguardato il carico dei principali patogeni (batteri, virus, funghi e infezioni polimicrobiche) per tutte le sindromi infettive. Per ciascun batterio, sono stati riportati i tassi di mortalità e DALYs associati ad ABR e la percentuale di carico a essa attribuibile. Sebbene sia noto che l’Italia sia uno dei Paesi dell’EO con la maggior quota di anziani, nel confronto sono stati utilizzati tassi grezzi anziché standardizzati per età, allo scopo di quantificare il reale carico dell’ABR nelle due aree.

Nelle due aree, la differenza maggiore in termini di mortalità associata ad ABR è stata rilevata per le infezioni ematiche (25,2 e 18,8 per 100.000 in Italia e in EO, rispettivamente), peritoneali e addominali (15,1 e 12,2 in Italia e in EO, rispettivamente). Tuttavia, le percentuali di decessi e DALYs attribuibili ad ABR sono risultate maggiori in Italia per tutte le sindromi infettive considerate. In entrambe le aree, a Escherichia coli si deve il carico più elevato associato ad ABR, sia per i decessi sia per i DALYs. La percentuale di mortalità attribuibile a resistenza più alta è, invece, emersa per Acinetobacter baumannii (28,4% in EO e 31,9% in Italia), responsabile anche della più alta percentuale di DALYs attribuibili ad ABR (28,4% in EO e 31,7% in Italia). La coppia patogeno-farmaco con il maggior burden associato ad AMR è Escherichia coli-Aminopenicillina, mentre alla coppia Staphylococcus aureus-Meticillina (MRSA) si deve il maggiore carico attribuibile ad AMR. La percentuale media di Escherichia coli resistente ad Aminopenicillina in EO è risultata del 55,4%, con l’Italia terza in classifica (67,6%). I Paesi del Nord hanno mostrato percentuali minori, con il valore più basso in Svezia (32,8%). In media, in EO è stata riscontrata una percentuale MRSA pari al 16%, superata di oltre 13 punti dall’Italia.

Sebbene i tassi di mortalità per sepsi siano sostanzialmente simili in Italia e negli altri Paesi dell’EO, è emersa una maggiore proporzione di decessi associati e attribuibili ad ABR in Italia. Strategie mirate alla riduzione della circolazione di batteri e microrganismi resistenti, insieme ad altri interventi, sono essenziali per ottenere una diminuzione dei decessi associati ad ABR.